Vecchio delitto di mafia, scattano due arresti

20 Marzo 2005

05/04/2005 Omicio Genova. Il vigile del fuoco spari nel 1990. Era un amico del collaboratore del Sisde Emanuele Piazza Il giovane vigile del fuoco amico dell'agente del Sisde Emanuele Piazza fu inghiottito dalla lupara bianca perchè sospettato da Cosa nostra si essere uno "spione", di avere passato agli apparati investigativi notizie utili sulla cattura dei latitanti. IUl movente del delitto di Gaetano Genova, fatto sparire dalla circolazione il 31 marzo di 15 anni fa, pochi giorni dopo la scomparsa di Emanuele Piazza, è stato ricostruito dagli investigatori della Dia e dai magistrati della Dda grazie ai collaboratori di giustizia Giusto Di Natale, Giovanni ed Enzo Salvatore Brusca. Adesso il gip Antonio Caputo, su richiesta dei pubblici ministeri Nino Di Matteo e Antonio Ingroa, ha firmato un ordine di custodia per omicidio contro il detenuto Salvino Madonia, 48 anni, della famiglia San Lorenzo, indicato come l'esecutore materiale del delitto, e Mariuccio Brusca di 75 anni, zio dei collaboratori di San Giuseppe Jato, che si sarebbe occupato di nascondere il cadavere in un suo appezzamento di terreno di contrada Feotto ( a quest'ultimo è stato concesso il beneficio degli arresti domiciliari). I resti di Gaetano Genova, ucciso a 27 anni, furono trovati nel maggio del 1998 grazie alle indicazioni dei fratelli Brusca, i quali hanno raccontato che il cadavere venne cosparso di acido prima di essere sepolto in una fossa profonda sei metri. Gli investigatori della Dia si sono messi al lavoro per individuare gli autori del delitto e comprenderne i perchè. I brusca hanno detto che fu Salvino Madonia a portare il cadavere a San Giuseppe Jato, chiedendo il favore di farlo sparire e sottolineando che si trattava di "uno spione, uno sbirro". Piùpreciso, riguardo al movente è stato Di Natale. Il quale ha detto di avere saputo da alcuni "uomini d'onore" che Genova, vigile del fuoco che si occupava anche di piccoli lavori edili e della vendita di auto usate, era sospettato di avere fornito informazioni sulla cattura dei latitanti. Il pompiere era amico dell'agente del sisde Emanuele Piazza, e i due furono visti palare in un impianto sportivo di san lorenzo dove sarebbe stato arrestato il ricercato Giovanni Sammarco, accusato di una rapina in banca insieme con Nicolò Di Trapani, figlio del boss Francesco. Sammarco, secondo la ricostru

ANSA

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